Afragola, peregrinatio reliquie di San Nunzio Sulprizio nella parrocchia di San Marco

Comunità di San Marco in festa per l’arrivo dell’urna del corpo di San Nunzio Sulprizio. Il protettore degli invalidi, canonizzato nell’ottobre del 2018 da Papa Francesco, era un giovane operaio abruzzese, morto nel 1836 ad appena 19 anni per una forma di turbercolosi. Nunzio Sulprizio per curarsi venne a Napoli, all’ospedale degli Incurabili, dove fu subito amato dal popolo che lo definì affettuosamente  “o Santariell nuost”.
Nunzio Sulprizio AfragolaDa giovedì 24 a domenica 27 ottobre, la città di Afragola ha vissuto un grande momento di fede. Dopo l’accoglienza delle sacre reliquie – in particolare un frammento dello sterno e di una mano, nonchè  una piccola ampolla contenente una parte di sangue che venne salassato – si sono avvicendati momenti di preghiera e di aggregazione: la giornata di venerdì 25 è stata dedicata alle visite presso alcune scuole cittadine e all’Adorazione Eucaristica resa possibile in chiesa fino a tarda sera. Nella mattinata di sabato sono state officiate le lodi mattutine con la santa Messa, chiudendo la giornata con un meeting dei ragazzi dell’Azione Cattolica e la celebrazione con le Comunità Neocatecumenali.  Momento clou nella serata di domenica 27 ottobre, con una Santa Messa Vespertina presieduta da Don Antonio Paone, parroco di San Domenico Soriano e San Nunzio Sulprizio a Napoli.
“Sono onorato di poter celebrare – così don Antonio che è stato il postulatore della causa di canonizzazione di San Nunzio – insieme con voi e anche raccolgo questa bella impressione di una comunità numerosa che si raduna per l’Eucarestia. E certamente questo fa piacere al Signore; dà gioia al cielo.”
Nunzio_Sulprizio.svgDon Antonio, poi, partendo dalla bella pagina del Vangelo del giorno, quella della preghiera del fariseo e del pubblicano (Lc 18,9-14), si è soffermato sulla vita di San Nunzio. “Questo brano della Parola San Nunzio l’ha messo in pratica non senza difficoltà ed è stato programma della sua vita. La sua preghiera è stata quella del pubblicano. L’atteggiamento di San Nunzio Sulprizio si è rispecchiato nel pubblicano, ossia di chi consapevole della miseria umana e della debolezza, non giudica, non disprezza, non condanna, non prende le distanza, ma si metta davanti a Dio e chiede misericordia. E’ un uomo sincero quello che si mette davanti a Dio. E’ l’atteggiamento di chi si rende conto che senza Dio è finita. Che senza la parola di Dio siamo degli essere che vanno alla deriva. Chi si sente voluto bene, chi si sente amato è più forte. E’ più coraggioso.”
Don Paone, infine, ha poi raccontato la storia di San Nunzio, soffermandosi su come la sua vocazione sia nata in una famiglia semplice, non esperta di teologia ma dedita alla preghiera. Della sua venuta a Napoli a causa della malattia e dell’amore del popolo napoletano al punto in cui, ha spiegato  “già il giorno della sua morte, avvenuta il 5 maggio 1836, a 19 anni, la folla di Napoli si accalcò al Castello gridando ‘è muorto o Santariell nuostro’ nonché delle apparizioni dopo la sua dipartita, e di una serie di prodigi e si avviò il processo di beatificazione“.
Soddisfazione per don Giuseppe Delle Cave, il parroco di San Marco Evangelista che ha commentato positivamente l’evento: “Ottobre è un mese missionario – così don Peppino. E la vocazione in Nunzio Sulprizio accoglie pienamente questo compito che ha la Chiesa di pregare ed evangelizzare. L’esempio di San Nunzio, che ha fatto dell’amore al Tabernacolo e quello della Vergine i cardini della sua esistenza, deve illuminarci e guidarci tutti i giorni.
Per finire, dopo la Santa Messa,  le campane a festa hanno salutato le reliquie di San Nunzio e una peregrinatio le ha accompagnate fino alla cappella della Santa Croce. Da qui l’urna contenente il corpo di San Nunzio è ripartita verso l’omonima parrocchia sita a piazza Dante a Napoli dove, ricordiamo, i fedeli possono ottenere, per decreto pontificio, l’indulgenza plenaria il 5 di ogni mese.
                                                                                                     Antonio Boccellino