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Afragola. L’Arcivescovo Sepe ai festeggiamenti per il IV centenario della chiesa di San Marco all’Olmo

Una folla di fedeli ha dato il benvenuto a Sua Eminenza, il Cardinale Crescenzio Sepe, nella serata di sabato 3 ottobre nel piazzale di San Marco all’Olmo, giunto in città per i festeggiamenti dei 400 anni della chiesa di San Marco all’Olmo (1615-2015). L’amato porporato napoletano, nonostante i numerosi impegni, non ha fatto mancare il suo affetto ad una delle comunità più antiche della città, la cui cura pastorale è affidata a Don Peppino Delle Cave.

Statua okTutto organizzato al meglio per ricordare quest’importante evento, e per gioire anche per un’altra ricorrenza: quella dei 40 anni di vita sacerdotale del dinamico e infaticabile parroco che, sulle orme dell’illustre predecessore, il compianto Don Gabriele Laudiero, è pastore dal 1977. Campane a festa, banda musicale e la presenza di molte autorità civili – a partire dal Sindaco onorevole Domenico Tuccillo – hanno reso indimenticabile la giornata e fatto scrivere una bella pagina di storia cittadina.

Dopo una breve peregrinatio per le vie del quartiere, l’Arcivescovo si è recato in corteo nell’oratorio parrocchiale dove è stato accolto dai bambini del catechismo; a seguire, ha presieduto, una Santa Messa Pontificale all’aperto. “Stasera abbiamo tanti motivi per ringraziare il Signore – così ha esordito Sua Eminenza – I 400 anni della fondazione della Chiesa, i 40 anni di sacerdozio del parroco e gli auguri al sindaco per la recente nomina di Presidente dell’Anci Campania. Il Signore ha continuato a benedire la nostra comunità. E se abbiamo la fede è perché i nostri padri si sono prodigati”.

sepe a sa marco ad afragolaDopo le congratulazioni, il porporato è entrato nel vivo dell’omelia e, prendendo spunto dalle letture del giorno, si è soffermato sull’importanza della famiglia, ad iniziare da una risonanza sulla Genesi: “E’ Dio che ha creato la famiglia ed è Gesù stesso che la consacra elevandola a sacramento. Dio come lui ha voluto che gli uomini e le creature rassomigliassero a sé. Ha mandato il suo figlio sulla terra e l’ha inserito in una famiglia, quella di Nazareth. La famiglia è  una nuova realtà, basata sull’amore, che deve durare per sempre. Il si dell’uomo alla donna, il si di entrambi a Cristo per tutta la vita. Ma, come tutte le cose belle, anche l’amore ha un nemico: l’egoismo che è fonte di tanti danni”. A seguire, il Principe della Chiesa napoletana ha citato l’avvio del Sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco, definendolo come “una necessità per andare incontro a quanti hanno trovato difficoltà, hanno subito dei pericoli, la Chiesa nella sua misericordia va incontro a  queste esigenze”. Concludendo la sua omelia, il Cardinale ha invitato tutti a pregare per la Chiesa intera, sottolineando come “la vera eresia, la vera debolezza delle nostre comunità, delle nostre società sia rappresentata dalla perdita dei valori veri, autentici, e dell’amore. Quando muore l’amore subentra la discordia, la Camorra, la violenza, l’odio. Allora le strade, che dovrebbero essere segnate dall’amicizia, vengono insanguinate dall’odio. Riprendiamoci l’amore, con l’amore tutto è possibile”.

busto s marco 2013Post missam, il saluto del parroco che ha ringraziato il Cardinale per la sua presenza. “Se non c’è il Vescovo non c’è la Chiesa. Ringraziamo Sua Eminenza per essere stato qui stasera e per la vicinanza che ha dimostrato alla nostra parrocchia anche negli anni scorsi”. Don Peppino ha, poi, espresso lodi ai signori Giuseppe e Vincenzo Arena dell’omonima fonderia che ha realizzato la Porta di Bronzo rievocativa del centenario, spiegando come “l’opera, frutto della ispirazione dell’artista Dalia Stagliano e cui ha collaborato l’arch. Catello Pasinetti,  rappresenta con dodici formelle le principali fasi della vita del Santo Evangelista. Sopra in alto, è riportata la scritta Giubileo della Misericordia. Un tempo le immagini che rappresentavano le scene della vita dei santi venivano definite Bibbia pauperum. Ecco la Chiesa, l’architrave della Chiesa è la misericordia”.

Successivamente è stato conferito il Primo Premio di San Marco al Cardinale proprio perché, si legge nella pergamena,  “Sua Eminenza appena eletto Arcivescovo non solo ci ha evangelizzato, ma ci ha mostrato come si vive il vangelo, soprattutto dando spazio agli ultimi, ai bambini poveri, ai bambini degli ospedali, agli anziani”. Il riconoscimento, un leone alato di vetro di Murano, è stato consegnato dal sindaco, che a don Peppino, a nome dell’intera Amministrazione, ha donato una targa-ricordo in occasione del 40 anniversario di sacerdozio “per  l’intensa azione pastorale profusa al servizio della comunità afragolese”.

Con l’autorizzazione del Parroco – ha concluso il Cardinale –  anche questo premio andrà alla Casa di Tonia per la prossima asta per i bambini ammalati” completando con un invito ai fedeli a fare un applauso al loro pastore: “Vogliamo esprimere la nostra gioia e gratitudine a Don Giuseppe: dopo 400 anni a lui va il merito di aver resuscitato una comunità cosi bella. Un altro applauso: ai giovani e a questi ragazzi che si sono comportati in maniera straordinari. Perché possono essere dei buoni esempi per testimoniare che la bella gioventù  non è quella che che va per le strade”. Per finire, il rito della inaugurazione della Porta di Bronzo da parte di Sua Eminenza che con l’aspersorio, in un momento di grande giubilo dei fedeli, ha benedetto l’opera.

                                                                                                                        Antonio Boccellino