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Cardito. Ricordando don Gaetano Capasso

Quindici anni fa, il 29 giugno 1998,  moriva  a Cardito, all’età di 71 anni, don Gaetano Capasso, il reverendo carditese passato alla storia per le sue doti di umanità ed umiltà, ma soprattutto per l’enorme produzione letteraria, in particolare di storia locale, che ha prodotto.

In occasione del quindicennale  della sua morte, l’associazione “Don Gaetano Capasso” guidata da Orlando Pietronudo sta predisponendo una serie di iniziative in suo favore tra le quali una  mostra itinerante “Per non dimenticare: il Novecento” a lui dedicata, nella quale saranno esposti un centinaio di monografie, volumi ed alcuni inediti dello storico carditese.

Proponiamo, di seguito, un piccolo ritratto della sua biografia elaborato dallo stesso Pietronudo che ha avuto il privilegio di conoscerlo.

Don Gaetano Capasso - Opera di Salvatore D'Onofrio

Don Gaetano Capasso – Quaadro realizzato da Salvatore D’Onofrio

Don Gaetano nacque l’8 aprile 1927, in una vecchia casa padronale, in un paese del napoletano, che prese il nome dei cardi. La campana della vecchia pieve batteva i tocchi di mezzogiorno; il morso della sofferenza e più tardi della gretta invidia, gli fu tormento ogni giorno; conobbe lacrime di sudore nel duro lavoro dei campi, preso poi ad assaporare le dolcezze caste dello studio, e più tardi della cultura. Studiò ad Aversa, a Salerno, a Roma e poi a Napoli. Alla gelida cultura nozionistica, fatta di studi di letteratura e di filosofia, preferì quella viva e palpitante delle biblioteche e degli archivi, che frequento assiduamente per interrogare vecchie carte e anche per ricostruire non più vicine vicende storiche. Il suo ambiente fu la solitudine. Era il tramonto e in quell’ora i nani pure gli sembravano giganti. Ma egli non prestò fede al falso immaginario e preferì leggere nella storia, alla ricerca dei veri giganti. Collaboratore di riviste di cultura, di periodici e della terza pagina di quotidiani politici, si era appassionato a studi di filosofia medioevale, raccogliendo i propri interessi su S. Agostino e S. Tommaso. Il suo curriculum è piuttosto denso e ricco di voci; alieno dai vuoti esibizionismi, come da malsani intrallazzi, e schivo di pubblicità, fu sollecitato dalle pressioni di amici, che non ha voluto privare della gioia di rivivere i secoli luminosi della storia del Clero Aversano. Ebbe pochi ed ottimi amici, ma questi, presto lo abbandonarono per altre rive; si ritrovò solo. Egli non l’ebbe a male. Anche dopo non fu felice, né fortunato. Non gradiva di essere tra gli audaci. Si era raccolto nel silenzio, per giudicare uomini e cose, piccoli o meno i primi, e di questi solo quel tanto che avesse potuto utilizzare. Se prendiamo vaghezza di conoscere quest’uomo, sacerdote tutto d’un pezzo, che viveva la gioia nel silenzio, fustigatore di vili e di imbecilli, anticonformista perché leale, che non conosceva anticamere, odiava i scribi e i farisei, mercanti dello spirito e d’amore, stanco si stropicciava gli occhi mentre le tenebre calavano; questo sacerdote preferì in vita onorarci della sua illuminata amicizia, è per noi un doveroso atto di omaggio e di riconoscenza ricordarlo con queste poche righe che onorano la sua memoria.

Gli scritti di don Gaetano sono conservati nella omonima biblioteca privata, sita a Cardito, in  via A. Belvedere, 62, visitabile nelle mattinate dei giorni dispari,  previo appuntamento telefonico ai numeri: 081/8525813 e 081/8317171.

                                                                                                                 Antonio Boccellino