Feste popolari. La Juta a Montevergine. Un trionfo l’edizione del 2014

10653494_10205033854036605_2946842412890335958_nGrande partecipazione di pubblico alla Juta a Montevergine, una delle feste legate al Santuario di Montevergine, la medioevale abbazia benedettina fondata nell’XII secolo da San Guglielmo da Vercelli.

Un evento che si tramanda dal 1139, e che vede migliaia di fedeli salire  in pellegrinaggio al santuario; in realtà, il plurisecolare rito religioso, attestato nel 1263 anche da papa Urbano VI,  simboleggia l’intenzione di voler espiare i propri peccati, offrendo il sacrificio del faticoso percorso alla Madonna, proprio nel giorno della sua festa, che la Chiesa celebra il 12 settembre.

Negli ultimi tempi, a partire dalla fine degli anni 90, quest’antica tradizione è stata istituzionalizzata dal comune di Ospedaletto di Alpinolo, situato, in provincia di Avellino, proprio ai piedi del Sacro monte, con una grande kermesse popolare. Una manifestazione, quest’anno giunta alla XVI edizione, con momenti ludici e folkoristici che si svolgono dall’11 al 13 settembre.

Ricco il programma di appuntamenti che si sono avvicendati, tutti all’insegna della fede e delle tradizioni popolari: dibattiti, corsi di danza e di tammorra, artisti di strada, sfilata di cavalli e carrettoni addobbati a festa, e degustazioni enogastronomiche, per citare alcune delle occasioni che hanno animato la festa. Di livello anche le musiche e i concerti che sono stati allestiti con i gruppi di musica popolare Discete e i Kiepò ed altri esperti nelle ‘tammurriate’ (letteralmente balli n’copp o tamburo) con  le paranze di ‘O Lione, Zompa Cardillo, ecc.Il tutto sotto una qualificata direzione artistica. 

Juta a MontevergineMolto suggestiva è stata la Marcia della Pace, un cammino di fede e speranza patrocinata dal Presidente della Repubblica con la benedizione di Papa Francesco che si è svolta nella mattinata del 12 settembre. Soddisfazione per gli amministratori del piccolo comune dell’Irpinia per il successo ben oltre le aspettative dell’edizione 2014; giubilo anche per i religiosi del santuario che ha visto un grande afflusso di fedeli. Ma, oltre alla passione dei rappresentanti dell’ente, gli ingredienti che hanno reso possibile quest’escalation di visitatori negli ultimi anni sono da ricercare nella suggestiva location e nel grande afflato tra i cittadini di Ospedaletto. Un posto incantevole con un borgo nel quale è rimasto tutto intatto. E’ stato un salutare tuffo nel passato, nel vederestand con artigiani che lavoravano il ferro, vecchiette che realizzavano la cupeta e la ndrite, ossia delle collane di noccioline e delle famose “castagne del prete”; artisti di strada che con tamorre e nacchere allietavano le serate coinvolgendo i turisti come se fosse un’unica grande festa. Ed ancora: le pietanze preparate dalle donne del posto, i famosi cecatelli, fatti a mano e preparati con fagioli e cotica o carne di maiale. E gli ottimi vini locali, a partire dall’Aglianico, alla Falanghina e, per finire, con l’eccellente Taurasi…

In sintesi un trionfo di fede e di folklóre che fa rivivere, sebbene per soli tre giorni, sotto la protezione della Mamma Schiavona  “che tutto concede e tutto perdona“,  la bellezza di altri tempi…

                                                          Antonio Boccellino