Napoli. Incontro di Lectura Patrum sulla Misericordiae Vultus

Napoli. Al Tempio del Volto Santo con il relatore Ascione: “Conversione e opere di Misericordia”.

Ha preso il via, nella serata di sabato 12 dicembre 2015 al Tempio del Volto Santo, l’anno accademico delle lezioni della “Lectura Patrum Neapolitana”, l’attività culturale delle Piccole Ancelle di Cristo Re – fondata nel 1980 da suor Antonietta Tuccillo, il compianto padre Giacinto Ruggiero e il prof. Antonio Vincenzo Nazzaro – che fa della divulgazione delle opere dei Padri della Chiesa la sua ragione d’essere.

lectura patrumIn occasione dell’apertura ciclo di lezioni del sodalizio, quest’anno alla 36a edizione, c’è stata una lectio magistralis del Rev. Antonio Ascione, Professore straordinario di Filosofia Contemporanea nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che ha letto “Gesù, il volto umano della misericordia del Padre”, una lettura e dissertazione della “Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia”, emanata l’11 Aprile 2015 da Papa Francesco. L’avvio del simposio è stato appannaggio di Madre Leonia Buono, neo Superiora generale della Congregazione religiosa – fondata dai Servi di Dio Padre Sosio Del Prete e Suor Antonietta Giugliano – che dato l’incipit alla riflessione con un momento di spiritualità leggendo la “Preghiera per il giubileo della Misericordia” dello stesso Bergoglio. A seguire,  l’introduzione del prof. Antonio Vincenzo Nazzaro, che ha presentato al folto e qualificato uditorio, il relatore, soffermandosi sullo spessore del conferenziere (Baccellierato in Teologia, Laurea in filosofia, dottorato in Dogmatica), sui prestigiosi incarichi sinora ricevuti e, soprattutto, sulle numerose pubblicazioni ed articoli comparsi su riviste di Teologia.

giubileomisericordiaLa lectio è, poi, entrata nel vivo con l’intervento dell’accademico. “Questa sera – ha esordito Ascione – la Lectura Patrum si apre alla contemporaneità. Rifletteremo insieme sull’anno della Misericordia che Papa Francesco ha aperto, con sorpresa, in Africa. E invitando a fare l’esperienza della Misericordia in tutte le parrocchie e nelle carceri”. Il docente, partendo dal Volto di Cristo, ha analizzato l’unicità e il carisma del Santo Padre, soffermandosi su alcuni episodi: come quello di aprire un centro per i senzatetto nel Vaticano, alle varie lezioni di libertà profuse nei vari viaggi apostolici (chi non ricorda il “Chi sono io per giudicare l’altro?”) ed altre sortite spot, enunciate in occasioni più o meno formali.

Non ci sbagliamo – ha detto Ascione – se affermiamo che egli sta operando una rivoluzione, nel senso di cambiamento. Ma attenzione a non fare differenze con altri papi. La Misericordia non è presente solo in Papa Francesco; essa è  già presente nel Concilio Vaticano II, indetto da Papa Giovanni XXIII nel 1962, quando disse che la ‘Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore’; ancora: in Paolo VI, in Giovanni Paolo II che stabilì che in tutta la Chiesa la domenica dopo Pasqua fosse dedicata alla Divina Misericordia. E, per finire, con papa Benedetto quanto la ha definita ‘il nucleo centrale del messaggio evangelico’”

Il relatore, ha poi spiegato, come in Papa Francesco, questo sentimento fosse al centro dei suoi pensieri e dell’azione pastorale, citando come già nel suo stemma pontificio sia presente il motto “Miserando atque eligendo”. Continuando, l’accademico ha fatto una disamina dal punto di vista antropologico e filosofico di questa ‘categoria’, mettendo in luce come il Pontefice Francesco ci sta abituando a leggere il Vangelo da un altro punto di vista rispetto a quello canonico. “La vita cristiana è un’applicazione della Vita di Gesù. Una fede che si limita agli insegnamenti è gnostiscimo. Occorre seguire non solo quello che ha detto Gesù ma anche quello che fa fatto”. Ascione ha concluso dimostrando come, nella storia della Chiesa, si siano avvicendati due atteggiamenti: il rigorismo e l’indulgenza o misericordia. “Papa Francesco sembra preferire una chiesa accidentata, ferita e sporca, per essere uscita per le strade, piuttosto che una chiesa chiusa su se stessa, nelle sue strutture, mentre fuori attende una massa di gente disperata. E ci impone una rivoluzione nel senso originario della parola: un ritorno alle origini del vangelo come incontro al futuro”.

A seguire, il tradizionale dibattito tra i presenti, particolarmente partecipato per l’attualità delle tematiche. Meritevoli di menzione, le osservazioni di Madre Leonia, che ha sottolineato “come quelle di Papa Francesco sembrano delle scelte individuali, ma che in realtà c’è tutto un filone che il papa ha fatto suo”; interessanti anche le domande di suor Elvira Minicozzi, che ha chiesto “come i religiosi possano preparasi al meglio verso i fedeli per non essere accusati di facinoleria”; ed infine, acute anche le esternazioni del prof. Nazzaro che ha mostrato perplessità su “come la Misericordia possa rappresentare una sorta di boomerang per i fedeli che, possono peccare e contemporaneamente confidare nella benevolenza del Signore”. Dubbi che il prof. Ascione ha puntualmente fugato nelle sue contro repliche, concludendo con un messaggio chiaro: “oltre alla conversione, la vera medicina per i peccatori è quella di fare le opere di Misericordia, in particolare quelle corporali”.

                                                                                             Antonio Boccellino