Napoli. Il Vescovo dal Covolo apre l’anno accademico di Lectura Patrum Neapolitana.

Al Tempio del Volto Santo la Lectio su il “Lazzaro di Pirandello e i Padri della Chiesa”

DSC05969E’ iniziato, nella serata dello scorso sabato 18 novembre al Tempio del Volto Santo, l’anno accademico delle lezioni della “Lectura Patrum Neapolitana”, l’attività culturale – fondata nel 1980 da suor Antonietta Tuccillo, dal compianto padre Giacinto Ruggiero e il prof. Antonio Vincenzo Nazzaro – che fa della promozione e divulgazione delle opere dei Padri della Chiesa la sua ragione d’essere. In apertura dell’incontro,  il prof. Antonio V. Nazzaro ha tenuto una breve commemorazione del prof. Gennaro Luongo, deceduto di recente, da tutti noi conosciuto e stimato. Il meeting è poi entrato nel vivo con la lectio magistralis di S. E. mons. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense e Vescovo di Eraclea, che ha inaugurato il ciclo di lezioni del sodalizio, giunto quest’anno al XXXVIII. L’accademico ha dissertato sul tema “Il Lazzaro di Pirandello e i Padri della Chiesa”, cercando di operare un confronto tra quest’opera pirandelliana poco conosciuta – che fa parte dei tre miti della produzione finale del drammaturgo e composta nel 1929 – con la teologia.

 “E’ necessario delimitare subito – così il presule nel suo incipit – l’ambito dell’indagine della presente conferenza. Intendo riferirmi ad un capitolo particolare della teologia, precisamente la ‘teologia del sacerdozio’ in rapporto a questo celebre dramma-mito che è il Lazzaro. La teologia del sacerdozio si propone di illustrare, dall’interno della vita ecclesiale, l’intima relazione del sacerdote con Gesù Cristo. E, a tal riguardo il ricorso alle origini della Chiesa è illuminante: tra tutti, valgano gli esempi dei Padri legati alla “tradizione antiochena” (da Ignazio al Crisostomo) e quella “alessandrina” con Origene”.

Sua Ecc.za Mons. Enrico Dal Covolo

Sua Ecc.za Mons. Enrico Dal Covolo

Dal Cavolo ha, poi, illustrato brevemente la trama dell’opera, insistendo sulle figure principali: in particolare, Diego Spina, che è il protagonista del dramma, un uomo che, prosegue il Vescovo,  “nel suo disumano ascetismo chiude occhi della vita, credendo di dover vivere l’altra di là”, e  la moglie, che è l’opposto, “ una donna che, ribellandosi al marito, la moglie Sara lo ha abbandonato appunto per questa mortificante visione, nella quale Diego Spina coinvolge anche i due figli, per unirsi a un fattore, Arcadipane, e andare a viver con lui in campagna”. Il protagonista muore ma è riportato in vita da un’iniezione; e si rende conto allora che dopo la morte c’è il nulla. Diego Spina, il Lazzaro risuscitato, si vendica dell’affronto subito tanti anni prima e ferisce Arcadipane. Il figlio Lucio, invece, che era entrato in seminario psicologicamente sospinto dal padre e dalla sua triste fede, è in crisi religiosa e, dalla morte e «resurrezione» del padre, matura una religiosità diversa da quella oscura della rinuncia, per riconoscere il Dio immanente, l’«eterno presente della vita». Dal Covolo ha concluso sottolineando che la “il Lazzaro contiene una forma di “teologia” tutta pirandelliana dei valori terreni, accarezzati dal soffio dello Spirito. C’è un abisso tra il ‘fare teologia’ e la ‘produzione letteraria di Pirandello’. Ma alcune pagine di essa tradiscono l’aspirazione che quest’abisso venga almeno in parte colmato.” Hanno fatto da cornice alla lectio uno stuolo di religiose dell’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re, a partire dalla Madre Generale suor Leonia Buono, e la Madre Emerita Luisa Orgiani.

Da segnalare, a margine dell’incontro nel tradizionale dibattito post lectio, i commenti del prof. Nazzaro, che ha evidenziato che “miracoli e le conversioni presenti nell’opera mi hanno lasciato allibito rispetto alla conoscenza scolastica che avevo di Pirandello. Sono due figure, quelle di Diego Spina e di Sara, che incarnano due diversi approcci. E la loro divisione, in un’Italia degli anni 20, è un qualcosa di rivoluzionario che precorre il divorzio”; degno di nota anche l’osservazione di Teresa Piscitelli, ordinario di Letteratura Cristiana Antica nell’Università di Napoli, in prima fila al meeting,  che ha sottolineato come si tratti di “lavoro complessa di un autore complesso per la quale si può dare una lettura tutta laica. Sua Eccellenza, stasera, l’ha inquadrata da un’altra angolazione: si pone il problema di cosa è  l’uomo di fronte alla vita. C’è il bisogno dell’uomo di non rimanere solo, ossia la necessità di essere in relazione con gli altri.”

Prossimo incontro si terrà sabato 20 gennaio 2018, alle ore 17, all’Aula Magna della casa del Volto Santo. Salirà in cattedrà, il prof.  Renato Uglione, Presidente del Centro Europeo di Studi Umanistici  “Erasmo da Rotterdam” di Torino leggerà Tertulliano, Le uniche nozze a cura di R. UGLIONE (Corona Patrum Erasmiana. Series Patristica 2) edita dalla  Loescher nel  2017. Ricordiamo che è prevista l’attribuzione di crediti per gli Studenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e per i Dottorandi dell’Università di Napoli Federico II che partecipano alle Lecturae.

Antonio Boccellino