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il prete-batman: un attacco celato al pensiero di Benedetto XVI

Nei giorni scorsi sul social network facebook, coloro che difendono il Santo Padre, per dimostrare che i continui attacchi subiti dal pontefice hanno una identità comune, hanno pubblicato un decalogo, del luglio del 2012, che fu ideato per depotenziare o cancellare le parole di Benedetto XVI. A distanza di pochi giorni, è evidente la verità di quelle norme e la volontà di alcuni giornalisti di continuare ad attaccare la persona del Santo Padre fino all’ultimo giorno del suo pontificato. Sono apparsi infatti delle immagini di un sacerdote messicano che spara acqua benedetta sui fedeli e indossa delle casule con personaggi dei fumetti e tutto, si afferma, è fatto per svecchiare la chiesa e avvicinare i bambini alla fede divertendoli.

Ma qual è il legame tra questo fatto e le parole di Benedetto XVI? Semplice, il nostro Santo Padre è stato, fin dalla giovinezza e, lungo tutta la sua vita prima da sacerdote, poi da Vescovo, Cardinale e Prefetto della Congregazione della Fede, un attento difensore del rispetto della liturgia. Sua Santità, tempo fa, cosi si esprimeva: «Pertanto ci si deve opporre, più decisamente di quanto sia stato fatto finora, all’appiattimento razionalistico, ai discorsi approssimativi, all’infantilismo pastorale che degradano la liturgia cattolica al rango di circolo di villaggio e la vogliono abbassare a un LIVELLO FUMETTISTICO. Anche le riforme già eseguite, specialmente riguardo al rituale, devono essere riesaminate sotto questi punti di vista». 

Sacerdote con fucile ad acqua e casula di Batman

Oggi, infatti, appare, sui più importanti siti, l’immagine di Don Humberto Alvarez, Parroco del Santissimo Cristo del Ojo de Agua a Saltillo (in Messico) mentre, con un fucile giocattolo, spara sui fedeli presenti in Chiesa acqua benedetta e durante le celebrazioni indossa una casula con l’immagine di Batman o Superman (cosa gravissima, sulle casule sono ammesse solo immagini sacre). Questo sacerdote, nato nel marzo del 1972 e ordinato presbitero nel maggio del 1999, non avrebbe certo bisogno di una tale banalizzazione della liturgia per riempire la chiesa, il Messico è una delle nazioni più cattoliche (i fedeli nella sua Diocesi superano il 90% della popolazione). Incuriosito sono andato a verificare se, la sua, sia l’unica situazione particolare di quella Diocesi e ho letto che: – Don Pedro Oyervides (nato nell’aprile del 1973, ordinato presbitero nel giugno 2000) Vice-cancelliere e responsabile del Tempio della Vergine di Fatima celebra mascherandosi, mentre Don Adolfo Huerta (nato nel 1976, presbitero dal 2007) Parroco di Nostra Signora di Atocha tiene dei sermoni rock. Il comportamento di questi sacerdoti rientra in quell’infantilismo pastorale di cui parlava il nostro Santo Padre, cioè la volontà di trasformare la fede e la liturgia eucaristica in uno spettacolo divertente, non si deve andare in Chiesa per rivolgere parole d’amore e di adorazione al divino Sacramento dell’Eucarestia, ma per assistere ad una rappresentazione teatrale, dove ci si maschera, si gioca e si canta.

Tutte queste pratiche, destinate, secondo i sacerdoti, ad attirare l’attenzione dei giovani, non hanno ricevuto le critiche del Vescovo di Saltillo Mons. Raul Vera Lopez. Ci siamo chiesti perché contro Don Humberto Alvarez non sia intervenuto prima, quando usò il fucile ad acqua, alcuni mesi fa, durante una funzione nella Cattedrale dedicata a San Giacomo, e la risposta non è stata una sorpresa. Il Vescovo Vera Lopez è infatti considerato un “ribelle” ed è una delle ferite del pontificato di Benedetto XVI. Il Vescovo di Saltillo, infatti, promuove l’aborto (presiedendo istituzioni che apertamente chiedono la depenalizzazione della pratica e che anzi si oppongono a riforme a favore dei “non nati”), difende i matrimoni di gay e lesbiche (unico Vescovo dello stato a sostenere l’iniziativa legislativa per queste unioni), e ha creato il Gruppo Cattolico Gay, promuovendo e sostenendo forum sulle diversità sessuali nei quali si chiede anche l’adozione di bambini da parte di persone dello stesso sesso. Il sacerdote responsabile del gruppo ha dichiarato che il catechismo (andrebbe riformato perché) non da una risposta adeguata quando richiede ai gay il celibato. Il Vaticano ha iniziato ad interessarsi della situazione quando sono cresciute le preoccupazioni dei gruppi pro-famiglia e nella cattedrale della Diocesi sono comparsi cartelli anonimi di protesta che mettevano in discussione le posizioni troppo progressiste, per non dire da ribelle, del Vescovo e chiedevano «Vogliamo un vescovo cattolico!».

Il Vescovo Vera Lopez, che appartiene all’Ordine dei Predicatori (domenicani), ha studiato in Messico e in Italia divenendo, nel 1988, Vescovo di Ciudad Altamirano, poi coadiutore di San Cristòbal de Las Casas (nel 1995), e infine dal 2000 Vescovo di Saltillo. Il Vaticano iniziò a tenere sotto osservazione il Vescovo quando, da coadiutore della diocesi di San Cristòbal, divenne uno dei più radicali difensori della sostituzione dei sacerdoti con diaconi permanenti sposati, al Vaticano parve, infatti, un tentativo, nemmeno troppo celato, di affossare il celibato sacerdotale. La Santa Sede decise (nel 2000) di trasferire Mons. Vera alla diocesi di Saltillo ma, anche in questa diocesi, ha diffuso lo stesso pensiero riformista e ha ampliato il numero dei diaconi permanenti sposati che, per lui, possono fare lo stesso lavoro sacerdotale nelle comunità più remote, posizioni che hanno preoccupato la Chiesa messicana e quella di Roma. 

G.R.