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Quinto Comandamento

Carissimi e affezionati amici, che la pace e la gioia del Signore Gesù sia sempre con voi.

Continuiamo il nostro cammino alla Scuola dei Comandamenti con il 5°

“Non uccidere” “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.  Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.” (Mt 5,21ss).

Caino uccide suo fratello Abele

La vita umana è sacra perché fin dall’inizio comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Questo comandamento ci richiama al rispetto della vita umana. Al rispetto della dignità della persona e a non abusare. Il quinto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso l’omicidio diretto e volontario. È un peccato che grida vendetta al cielo. L’omicidio non è solo uccidere fisicamente le persone, ma anche moralmente e psicologicamente, è approfittare di essa. Vieta anche l’aborto perché la vita umana, dono inestimabile di Dio, va accolta e rispettata fin dal concepimento e devono essere riconosciuti i suoi diritti. Anche per l’eutanasia c’è bisogno di un rispetto particolare, anche a loro deve essere concessa una esistenza per quanto possibile normale. La stessa cosa per il suicidio, ciascuno di noi è responsabile, della propria vita, davanti agli occhi di Dio. Siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e gratitudine e a preservarla per la salvezza delle anime. Il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell’essere umano a conservare la propria vita e donarla agli altri come ha fatto Gesù per noi. Il suicidio si carica anche della gravità dello scandalo, sopratutto per i giovani. Tuttavia non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si sono date la morte. La Chiesa prega per le persone che hanno attentato alla propria vita. Ma il quinto comandamento chiede anche il rispetto per la dignità della persona. Lo scandalo è l’atteggiamento che induce altri a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo e può trascinare il proprio fratello alla morte spirituale. Anche Gesù parla a proposito dello scandalo e paragona i farisei e gli scribi, rimproverandoli, a lupi rapaci in vesti di pecora.  La vita e la salute fisica sono beni preziosi donati da Dio, non bisogna abusare della salute, con gli eccessi di cibo, alcool, tabacco, e medicinali. La morale si oppone alla concezione neo-pagana che promuove il culto del corpo, a sacrificargli tutto, a idolatrare la perfezione fisica e il successo sportivo.

Il dono della vita e un dono meraviglioso, non sprechiamolo, viviamo la vita con le sue varie sfumature, emozioni e sofferenze, la vita è un fiore che nasce, da gioia per la sua bellezza e armonia, non lo buttiamo nel fuoco ma conserviamolo nella sua integrità, a suo tempo darà altri fiori. Belli e profumati. <<Non uccidere>> (Io voglio vivere). Oggi questo comandamento e spesso chiamato in causa, per le guerre, l’eutanasia, l’aborto e via di seguito. Secondo l’intendimento primitivo di non uccidere significava non commettere assassinio, il suo scopo era di proteggere la vita umana, specialmente gli indifesi e gli abbandonati. Nel discorso alla montagna la prima antitesi con i precetti dell’Antico Testamento è così formulata: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”. Gesù non abolisce questo comandamento ma ne spiega il suo significato più profondo. Qui, al di sopra della legge che difende la vita, e indicato un nuovo scopo, cioè che non soltanto va protetta la vita dell’uomo, ma che la persona riceve il suo diritto da Dio. Chi ricorre a simili parole si auto-propone come persona saggia, autorizzata a giudicare gli altri: prende in tal modo di sostituirsi alla sapiente giustizia di Dio. Ai nostri tempi come possiamo interpretare questo comandamento, ogni essere umano va preso seriamente, nessuno ha il diritto di ferirlo, specialmente nella violenza fisica, morale e psicologica, ecco che il “Non uccidere” penetra in noi e nei nostri discorsi, ci sono molti modi per alleviare il dolori, anche la presenza affettuosa potrebbe rivelarsi una medicina, qui si può vedere convergere il quarto e il quinto comandamento, sull’aver cura dei propri genitori e non l’attesa della loro morte, per non avere più problemi, ma non uccidere e riferito anche a se stessi, a non privarsi della propria vita o parte del nostro corpo. Quindi resta urgente il rapporto alla mia vita, di rendermi sensibile al senso della difesa e a non del giudicare o diffamare l’altro, Dio è la giustizia perfetta. Gesù ci invita ad amare i nostri nemici, a pregare per chi ci offende e ad amarli e perdonarli.

Dai “ Pensieri sull’amore di Dio” di Santa Teresa di Gesù — o.c.d. “Dovete temere che i vostri peccati v’impediscano di diportarvi con rettitudine quando vi si dia qualche distinzione molto onorifica o si cerchi dal demonio d’indurvi a una vita più comoda, ed altre cose del genere. ma non abbiate paura dei vostri peccati quando si tratta di soffrire qualche cosa per amore di Dio e del prossimo, potendo pur darsi che nel far una di queste opere vi apportiate tanta carità da meritarvi un perdono generale. Ecco quel che teme il demonio. e per questo cerca di richiamarvi in mente i vostri peccati. Persuadetevi invece che il Signore non abbandona mai chi lo ama, quando questi si espone al sacrificio unicamente per Lui”.

Pace e bene nel Signore. Padre Luciano Pugliese o.f.m.conv