Doppio “miracolo” in famiglia: Sant’Antonio protegge quattro generazioni

Dalla pagina facebook Sant’Antonio di Afragola – la Voce del Santo, giunge il racconto di un altro “miracolo” avvenuto per intercessione di  Sant’Antonio. Una protezione, quella del Santo, che non si è interrotta nel corso dei secoli e che, ormai, riguarda una intera famiglia e diverse generazioni.

Il primo “ miracolo”

sant'antonioAchille Iovino di Napoli, nel 1901, si ammalò di una grave malattia, alla quale i medici non seppero dare un nome. Era un ragazzino di soli 12 anni (era nato nel 1889), figlio unico e orfano di padre, e la madre era disperata al pensiero di perdere quel solo “affetto” che le era rimasto. Achille intanto, continuava a star male e la febbre era altissima, i medici non lasciavano alcuna speranza, ma ciò che è inspiegabile ed inimmaginabile per gli uomini non lo è per Dio, soprattutto se l’intercessore è Sant’Antonio. Quando ormai si attendeva il peggio, Achille, d’improvviso, si svegliò dal sonno, chiamò la mamma e le chiese di non piangere. Proseguì, poi, affermando di aver visto in sogno Sant’Antonio e che il Santo gli aveva assicurato che sarebbe guarito, che avrebbe sposato una donna chiamata Maria (non ancora nata) e che avrebbe avuto una lunga vita (il Santo gli preannunciò, infatti, che sarebbe morto a 86 anni). Quando per Achille fu il tempo di sposarsi si innamorò effettivamente di una ragazza di nome Maria, che aveva 16 anni di differenza, quindi davvero non era ancora nata quando era stato miracolato dal Santo. Achille è morto, qualche anno fa, all’età di 86 anni e 6 mesi.

La protezione continua nel tempo per chi si affida con fiducia

L’unione tra Achille e Maria fu benedetta dalla nascita di figli e, anche per loro, la protezione di Sant’Antonio è stata avvertita come una presenza costante. Questi, a loro volta, hanno trasmesso la stessa devozione ai propri figli, insomma una catena di fiducia e devozione verso Sant’Antonio. Una in particolare, Amalia, nipote di Achille, ne ha avuto conferma e ci ha raccontato questa storia. Dopo la prima gravidanza (per la nascita di una bambina), Amalia era preoccupata per una gravidanza difficile e fu costretta a restare ricoverata al Policlinico di Napoli per oltre un mese e mezzo. Una gestosi metteva a rischio la vita sua e del piccolo che portava in grembo. I medici consigliarono, in ogni caso, di portare avanti la gravidanza almeno fino alla 38° settimana, per poi procedere con il parto cesareo. Il cognato di Amalia, Andrea di Afragola, è molto devoto di Sant’Antonio, ed iniziò a rassicurare la donna, le diceva che aveva affidato lei e il bambino alla protezione del Santo e le cose non potevano andar male, anzi insisteva nel dire: “il bambino nascerà il 13 giugno”. Amalia era sfiduciata, non riusciva a pregare, era stanca per quella lunga e snervante attesa, e inoltre era preoccupata per la piccola, di quattro anni, che era stata costretta a lasciare a casa e che avvertiva la sua assenza.

La mattina del 9 giugno incontrò un medico che, a differenza di altri medici, aveva preso a cuore la sua situazione e le aveva detto: “cerca di resistere un altro poco, venerdì sono di turno l’intera giornata e cercherò di inserirti per il cesareo facendoti passare di urgenza“, un assistente aggiunse: “signora, poi deve andare a ringraziare Sant’Antonio, perché venerdì è il 13 giugno”. Effettivamente il 13 giugno del 2008, intorno alle ore 13, è nato il figlio della signora Amalia. La donna per ringraziare il Santo della sua protezione ha scelto, per il bambino, come secondo nome Antonio.