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31 gennaio. Un ingorgo di santità in Piazza del Gesù a Napoli

Il 31 gennaio il Martirologio Romano, da secoli, ricorda i Santi martiri Ciro e Giovanni che per la loro fede in Cristo, dopo molti tormenti, furono decapitati. Da quest’anno la Chiesa che è in Napoli, in questo stesso giorno, si trova a dover commemorare la sua nuova Beata la Regina Maria Cristina di Savoia. La provvidenza ha voluto che tutti questi esempi di luminosa testimonianza riposino in Piazza del Gesù, i primi nella Basilica del Gesù Nuovo (dei gesuiti) e la seconda in quella di Santa Chiara (dei frati minori). La piazza dedicata a Gesù, nella quale si erge maestoso l’obelisco dedicato alla Immacolata Concezione di Maria, si trova quindi ad essere un ingorgo di santità, c’è infatti da riferire che nella Chiesa del Gesù Nuovo, oltre a reliquie di tanti Santi, riposa il corpo del medico San Giuseppe Moscati, mentre in quella di Santa Chiara riposa il corpo del Servo di Dio Salvo d’Acquisto. Piazza del Gesù diventa quindi, sempre più, la meta religiosa del capoluogo campano.

Di seguito un breve cenno della vita dei testimoni della fede ricordati il 31 gennaio.

San Ciro davanti il suo Santuario di Portici

San Ciro davanti il suo Santuario di Portici

San Ciro e San Giovanni martiri. Secondo racconti e testimonianze, per lo più leggendarie, Ciro nato ad Alessandria d’Egitto studiò medicina nella celebre scuola della sua città e divenuto medico si adoperò nel somministrare le cure gratuite ai poveri incitando i malati a trovare conforto nella fede. Nel 299 d.c. tutti i medici alessandrini furono accusati di stregoneria e di cospirazione contro l’impero per questo motivo Ciro venne perseguitato. Trasferitosi in Arabia Petrea si dedicò ad una vita anacoretica (monacale) sostituendo la medicina con la preghiera, non a caso iniziò ad essere considerato operatore di miracoli. In questa sua nuova esperienza di vita fu seguito da Giovanni, soldato nativo della città di Edessa che dovette abbandonare la carriera militare quando l’imperatore Diocleziano, nel 298, emanò l’editto di epurazione che escludeva i soldati cristiani. Giovanni preferì abbandonare la carriera e i privilegi, che vi erano connessi, piuttosto che rinnegare la sua fede in Cristo. Saputo che i cristiani subivano numerose persecuzioni si diressero a Canopo dove quattro cristiane chiamate Teodosia, Teotista, Eudossia e Atanasia erano state arrestate. Il prefetto Siriano per scoraggiare le quattro donne inferse tremendi supplizi ai due amici Ciro e Giovanni ma queste, incoraggiate dal loro esempio, con più forza si rifiutarono di rinunciare alla loro fede. Il 31 gennaio del 303 dell’era cristiana furono decapitati. I corpi dei Santi Ciro e Giovanni furono portati nella chiesa di San Marco ad Alessandria e in seguito il patriarca San Teofilo fece costruire un tempio a Canopo dove i corpi furono traslati, si diffuse allora la devozione dell’incubatio, ossia si dormiva distesi sul pavimento aspettando che, durante il sonno, con un’apparizione San Ciro indicasse i rimedi da adoperare contro le diverse malattie. Nel X secolo i resti furono portati a Roma dai monaci Grimaldo e Arnolfo e in seguito nel 1600 furono portate a Napoli per volere del Cardinale Francesco Sforza che le collocò nella Chiesa del Gesù Nuovo, in questa chiesa operò, per circa 40 anni, San Francesco De Geronimo, il gesuita che ne diffuse esponenzialmente il culto, girava infatti per la città portando con se alcune reliquie dei due santi.

Beata Maria Cristina di Savoia - Regina delle Due Sicilie

Beata Maria Cristina di Savoia – Regina delle Due Sicilie

Beata Maria Cristina di Savoia – Regina delle Due Sicilie. Nata a Cagliari il 14 novembre del 1812, a seguito dell’abdicazione del padre Vittorio Emanuele I a favore di Carlo Felice, si trasferì in modo stabile a Palazzo Tursi a Genova insieme alla madre e alla sorella Maria Anna (1803-1884) che diverrà Imperatrice d’Austria. Nel 1825 le tre altezze reali si recarono a Roma per l’anno Giubilare e Maria Cristina partecipando alle sacre funzioni sentì crescer d’intensità la sua fede. Morta la madre il Re Carlo Alberto (1798-1849) la invitò a raggiungere Torino, città nella quale Maria Cristina avrebbe voluto diventare monaca di clausura, ma il Re aveva per lei altri progetti e cosi il 21 novembre del 1832, nel Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, venne celebrato il suo matrimonio con Ferdinando II delle Due Sicilie. La principessa di sangue di Casa Savoia diveniva con questo matrimonio una Regina di Casa Borbone e anche le nozze furono occasione per fare beneficenza. Con il consenso del marito utilizzò una parte del denaro per dare una dote a 240 spose e per riscattare i pegni depositati al Monte di Pietà, in seguito si dedicò agli ammalati, ai diseredati, e sosteneva economicamente giovani, istituti religiosi e laboratori professionali. Donna che rifulse per grande carità era interamente concentrata nella preghiera e nell’adorazione all’Eucarestia, il popolo di Napoli spesso vide la sua Regina scendere dalla carrozza e inginocchiarsi nel fango se per strada scrutava un sacerdote portare il Santo Viatico ad un morente. Fu questo suo carattere marcatamente eucaristico e le esperienze mistiche e di estasi che arricchirono il suo cammino spirituale a confortarla nel suo gravoso incarico istituzionale. Il 16 gennaio del 1836, dopo 3 anni di matrimonio, diede alla luce Francesco II (parlando del figlio ricordava al marito: quando sarà grande gli dirai che io muoio per lui) e furono i postumi del parto a portarla alla morte che la raggiunse il 31 gennaio 1836, aveva soli 24 anni, le ultime sue parole furono Credo in Dio, spero in Dio, amo Iddio.

                                                                                                                              G.R.