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Secondo Comandamento

Secondo Comandamento: “Non ti farai alcuna immagine di Dio”.

“Non pronuncerai invano il nome del Signore” (Io rendo onore).

Questo comandamento è composto da due parti.

10 Comandamenti

La prima parte ci chiede di non farci una nostra immagine di come sia Dio o di come lo desideriamo, è Dio che ci ha fatti a sua immagine, noi dovremo essere il riflesso di Dio e non viceversa, questo comandamento non deve essere mai usato a nostro vantaggio, per ottenere benefici o cose varie, sembra una tendenza innata quella di appropriarsi di Dio e di modellarlo a nostro uso e consumo. Gesù pensa ad un nuovo modo, “vedere in profondità” prodotto dalla fede in Lui, quando dice a Filippo “ Chi vede me vede il Padre”.

La seconda parte di questo comandamento richiede di non disonorare il nome di Dio, di non farne un uso improprio, specialmente la bestemmia, che trafigge il cuore divino di Cristo per la nostra rabbia. Anche nell’educazione bisogna stare attenti a come si educa ad amare Dio e a rispettarlo, cosi come lo si fa imparare da piccoli “chi è Dio” cosi lo si pensa e lo si crede da grandi. Ma ci tocca registrare anche un altro abuso molto pericoloso, quando lo si tira in ballo quando agiamo in nome di Dio e per la sua giustizia, quando poi neanche minimamente c’entra con quello che Egli è veramente. Devo lasciare a Dio il suo onore e riconoscere la sua dignità e sovranità, questo riconoscerlo e ringraziarlo dei suoi doni che ci aprono alla vera liberta che è Cristo stesso.

Dio bisogna solo amarlo e non ragionarci sopra, bisogna credergli e fidarsi di Lui.

“Non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio” (Es 20,17; Dt 5,11). Il nome di Dio è santo e non va abusato. Lo si deve custodire nella memoria in un silenzio di adorazione piena d’amore, il nome di Dio va benedetto, glorificato, lodato e ringraziato, il rispetto per il nome di Dio, esprime quello dovuto al suo stesso Mistero e a tutta la realtà sacra da esso evocata. Il senso del sacro fa parte della virtù della religione. Il fedele deve testimoniare il nome del Signore, con la propria fede e senza paura. L’atto della predicazione e la catechesi devono essere compenetrati di adorazione e rispetto per il suo santo nome. Per questo il secondo comandamento, proibisce: – l’abuso del nominare il nome di Dio e dei santi in maniera sconveniente; – le promesse fatte a Dio e non mantenute; – la bestemmia che offende Dio e proferisce contro di lui i santi e le cose sacre; – le imprecazioni che sono mancanza di rispetto verso il Signore; – astenersi dal falso giuramento; – invocare la veracità divina a garanzia della propria veracità; – lo spergiuro, che fa una promessa con l’intenzione di non mantenerla, e che costituisce una grave mancanza di rispetto verso il Signore che è sempre fedele alle sue promesse. La felicità, la gioia, proviene dall’essere sinceri e onesti, umili, lasciamo che Gesù ci guarisca da tutte queste cose che appartengono al mondo, noi vogliamo essere i testimoni della pace e della verità.

Sant’Alfonso Maria de Liguori

Dalle meditazioni di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: “Dopo il peccato Dio ti vuole ancora bene. Quando cadi in qualche mancanza, subito alza gli occhi a Dio, fai un atto d’amore e, confessando il tuo difetto, spera fermamente nel suo perdono, dicendogli: Signore, il tuo amico è  malato, colui che ami è malato, è pieno di piaghe: Risanami, contro di te ho peccato. Tu vai in cerca di peccatori pentiti: eccone ai tuoi piedi uno che sta cercando te. Il male ormai l’ho fatto: ora che devo fare? Tu non vuoi che io disperi. Nonostante il mio peccato, tu mi vuoi ancore bene, ed io ti amo ancora. Dimmi quello che dicesti alla maddalena: ti sono rimessi i tuoi peccati e dammi la forza di esserti fedele per l’avvenire”.

Pace e Bene nel Signore. 

fr. Luciano Pugliese o.f.m.conv

One Response to “Secondo Comandamento”

  1. Johnk689 ha detto:

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