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Sesto Comandamento

 “Non commettere adulterio” (Io sono fedele)

Questo comandamento forse è quello a cui più facciamo riferimento, ma abbiamo compreso bene il suo significato di adulterio, cioè essere fedeli?

Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei

Nella Bibbia l’adulterio significa, per l’uomo, qualcosa di diverso che per la donna. La donna vi figura come proprietà dell’uomo. “Questa proprietà era protetta in modo particolare da questo comandamento.” Il libro dei Proverbi mette l’uomo in guardia dalla donna straniera, che può diventare per lui occasione di adulterio. Un simile avvertimento rimane più che attuale ai nostri giorni. E chi ne paga le conseguenze sono proprio i figli che perdono quella fiducia che avevano conquistato, come possono trovare sicurezza nel momento del bisogno, dal momento che è crollata l’unione della sua famiglia? Il termine “adulterio/adultero” nella Bibbia fa riferimento all’uomo che intraprende una relazione con una donna già sposata, interviene il sesto comandamento per ricordare che non si deve rompere un matrimonio, non bisogna intromettersi in un altro matrimonio. La famiglia è il luogo dove i figli apprendono la loro dignità religiosa, con l’adulterio si distrugge la famiglia e si perde l’elemento integrale della sua identità religiosa e umana. Nella Chiesa l’adulterio è sempre stato legato alla lussuria e all’impurità, ma per Bibbia questa visione e estranea. Per Israele, al centro del matrimonio non sta la sessualità ma la relazione di coppia, la fedeltà, l’adulterio “nella Bibbia non è trasgressione sessuale, bensì un’offesa alla comunione sponsale”. Il vero scopo di questo comandamento è il proteggere la sessualità, soprattutto nei tempi nostri, dove sembra che sia una merce da usare. Per Israele, la sessualità era anche una questione di spiritualità. Nella sessualità l’uomo e la donna sperimentano qualcosa della tenerezza e della fedeltà di Dio verso le sue creature. E’ importante allora capire il valore della sessualità e della sua bellezza, è sempre proficuo chiedersi come va il nostro rapporto di coppia, se ci sono sempre gli amori iniziali che mi infiammano il cuore per la persona che amo.

Il sesto comandamento ci pone quindi dinanzi agli occhi il valore della fedeltà: “io sono fedele”. Pensiamo seriamente al danno che facciamo alla nostra famiglia, ai nostri figli, cosa trasmettiamo loro, quale esempio diamo. La vocazione alla castità, esprime la positiva integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La virtù della castità comporta l’integrità della persona e del dono. L’integrità della persona. La castità richiede il dominio di sé. L’alternativa è chiara, l’uomo non si fa comandare dalle sue passioni o si lascia asservire da esse e diventa infelice. Colui che vuole restare integro alle promesse del battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura dei mezzi a sua disposizione: la conoscenza di sé, la pratica di un’ascesi adatta alle sue situazioni, la fedeltà alla preghiera, nutrirsi dell’eucarestia come farmaco di immortalità, il sacramento della riconciliazione, la direzione spirituale e la frequenza ai sacramenti. La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana. L’integrità del dono di sé: La castità e la forma di tutte le virtù. La castità rende colui che la pratica un testimone, per il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio. La virtù della castità dispiega all’amicizia. La castità è promessa di immortalità. La castità si esprime particolarmente nell’amicizia del prossimo. Conduce alla comunione spirituale. I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell’amore coniugale. Si aiuteranno a crescere a vicenda nella castità.

Le offese alla castità sono: – la lussuria: desiderio disordinato venereo; – la Masturbazione: atto intrinsecamente e gravemente disordinato; – la fornicazione: gravemente contraria alla dignità della persona, è rottura dell’unione sacramentale del matrimonio; – la pornografia: offende la castità perché snatura l’atto coniugale, dono intimo degli sposi l’uno all’altro; – la prostituzione: offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotti a piacere venereo che procura; – lo stupro: indica l’entrata per effrazione, con violenza nell’intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità.

Le offese alla dignità del matrimonio sono: – l’adulterio: parola che designa infedeltà coniugale, Cristo lo condanna anche se consumato con il semplice desiderio; – Il divorzio: grave offesa alla legge naturale; – la separazione: separare ciò che si unisce con il sacramento del matrimonio; – l’incesto: corrompe le relazioni familiari e segna un regresso verso l’animalità.

Dai “Pensieri sull’amore di Dio” di Santa Teresa di Gesù o.c.d: “Dovete temere che i vostri peccati v’impediscano di diportarvi con rettitudine quando vi si dia qualche distinzione molto onorifica o si cerchi dal demonio d’indurvi a una vita più comoda, ed altre cose del genere. ma non abbiate paura dei vostri peccati quando si tratta di soffrire qualche cosa per amore di Dio e del prossimo, potendo pur darsi che nel far una di queste opere vi apportiate tanta carità da meritarvi un perdono generale. Ecco quel che teme il demonio. e per questo cerca di richiamarvi in mente i vostri peccati. Persuadetevi invece che il Signore non abbandona mai chi lo ama, quando questi si espone al sacrificio unicamente per Lui. Però , consideri se nell’esporsi al sacrificio si proponga qualche personale interesse, io parlo solo di coloro che vogliono contentare il Signore nel modo più perfetto”.

Pace e bene nel Signore. Padre Luciano Pugliese o.f.m.conv