Vita del Papa (terziario francescano) Giovanni XXIII

“Cari Figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera – osservatela in alto – a guardare questo spettacolo. La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore… Ma tutti insieme, paternità e fraternità e grazia di Dio… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola buona. Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo: cantando, .sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino” . 

Con queste parole, rimaste nella storia del vissuto della Chiesa, il Santo Padre Giovanni XXIII concludeva la giornata di apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, era la sera dell’11 ottobre del 1962 e una folla di fedeli, dopo una lunga fiaccolata, si era radunata in piazza San Pietro per solennizzare quell’evento. Ma di questo Papa, che molti ricordano come Papa Buono, si conosce ben poco della sua vita e si ignora, quasi del tutto, che fosse un terziario francescano.  

San Giovanni XXIII

San Giovanni XXIII

Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre del 1881 e fu il quarto di tredici fratelli. Grazie all’aiuto economico di uno zio studiò presso il seminario minore di Bergamo e, poi, vinta una borsa di studio potè trasferirsi al Seminario dell’Apollinare di Roma ove completò gli studi e fu ordinato sacerdote nella Chiesa di Santa Maria in Montesanto, in Piazza del Popolo, il 10 agosto del 1904. Tornato a Bergamo fu scelto ad essere il segretario personale del Vescovo di quella Diocesi, incarico che ricoprì per quasi 10 anni e che lo formò per tutta la vita, prese infatti da esempio la vita del suo Vescovo, in quegli anni si dedicò anche all’insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario diocesano. Nel 1921 il Papa Benedetto XV lo nominò prelato domestico e Presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell’Opera della Propagazione della Fede. Il pontefice Pio XI, nel 1925, lo elevò alla dignità episcopale, con titolo arcivescovile, nominandolo suo visitatore apostolico in Bulgaria. Il suo ministero, che doveva durare solo qualche mese, si protrasse per dieci anni. Nel 1934 gli fu affidato l’incarico di delegato apostolico in Turchia e Grecia e amministratore apostolico della sede vacante del Vicariato apostolico di Instanbul, in questo periodo storico, ricordato per la crudeltà della seconda guerra mondiale, Angelo Rocalli intervenne a favore degli ebrei che fuggivano dagli stati europei occupati dai nazisti. Strinse amicizia con il cattolico Franz von Papen, ex cancelliere del Reich, ambasciatore della Germania ad Ankara, che in seguitò testimoniò: “Eravamo amici. Io gli passavo soldi, vestiti, cibo, medicine per gli ebrei che si rivolgevano a lui, arrivando scalzi e nudi dalle nazioni dell’est europeo, man mano che venivano occupate dalle forze del Reich. Credo che 24 mila ebrei siano stati aiutati a quel modo”. Nel 1944 è nominato, da Papa Pio XII, nunzio apostolico a Parigi, in quella sua nuova carica continuò ad occuparsi degli ebrei riuscendo, con l’aiuto del diplomatico svedese Raoul, a evitare la camera a gas per migliaia di ebrei. Nel 1953, quando fu creato Cardinale, il presidente francese Vincent Auriol, benché ateo, pretese, secondo un antico privilegio, di imporre personalmente la berretta cardinalizia sul capo di Roncalli e in seguito gli conferì la Legione d’Onore della Repubblica Francese (14 gennaio del 1958). Nel 1953 Angelo Rocalli era stato anche nominato Patriarca di Venezia, nella città lagunare pur aprendo ai socialisti (è ricordato per aver inviato un messaggio al Congresso del PSI che si teneva in città nel febbraio del 1957) individuava le “cinque piaghe d’oggi del Crocifisso” nell’imperialismo, nel marxsismo, nella democrazia progressista, nella massoneria e nel laicismo (piaghe del Crocifisso che potremmo ritenere anche oggi attuali). Nell’ottobre del 1958 partecipa al Conclave che deve decidere il successore di Pio XII, secondo molti la scelta cadde su lui perché dopo il lungo pontificato del predecessore la sua età avanzata avrebbe determinato un pontificato breve e indolore, insomma doveva essere un pontificato di transizione. Fu cosi che salì al soglio pontificio con l’elezione del 28 ottobre e la successiva incoronazione del 4 novembre, era il 260° successore di San Pietro e scelse come nome Giovanni XXIII. Da subito i cardinali compresero che seppur anziano, Angelo Roncalli, era dotato di una enorme energia e cosi, iniziando dai cardinali, ne nominò 52 in soli 4 anni e mezzo, elevando alla dignità cardinalizia per la prima volta un africano, un giapponese e un filippino. Elevò agli onori degli altari il primo santo di colore Martin de Porres, per il primo Natale da pontefice visitò i bambini malati dell’ospedale Bambin Gesù, il giorno dopo (Santo Stefano) andò a fare visita ai carcerati di Regina Coeli salutandoli con queste parole: “Non potete venire da me, così io vengo da voi…Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore..la prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari”. La semplicità e l’affabilità del Santo Padre, in breve, conquistò il cuore di tutti i fedeli e di molti altri di diverse religioni e confessioni.

Giovanni XXIII in preghiera alla tomba del poverello di Assisi

Giovanni XXIII in preghiera alla tomba del poverello di Assisi

Il 4 Ottobre del 1962, ad una sola settimana dall’inizio del Concilio Vaticano II (organizzato in pochi mesi), il Papa si recò in pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi,  Angelo Roncalli, infatti, dall’età di 14 anni era un terziario francescano, cioè si era associato, come laico, all’ordine dei Frati Minori (era la prima volta dall’unità d’Italia che un Papa varcava i confini del Lazio).

Il 22 ottobre di quello stesso anno il Presidente americano John F. Kennedy annuncia la presenza di installazioni missilistiche a Cuba e l’avvicinamento all’isola di alcune navi sovietiche con a bordo delle testate nucleari, il presidente impose alle navi sovietiche un blocco navale militare a 800 miglia dall’isola ma le navi sembravano intenzionate a forzarlo, la situazione è drammatica e sembra precipitare, il Papa decide di intervenire rivolgendo a “tutti gli uomini di buona volontà” un messaggio in francese. L’appello riceve il consenso di entrambe le parti e la crisi rientra, dalla consapevolezza della fragilità umana e politico-militare e per rinnovare il suo impegno per la pace nasce, a distanza di qualche mese, l’enciclica Pacem in Terris firmata l’11 aprile del 1963.

Nel maggio 1963 risultò più evidente la malattia che lo debilitava dal settembre 1962, il tumore allo stomaco era progredito e cosi il 31 maggio iniziò l’agonia che lo avrebbe condotto alla morte nella sera del 3 giugno. Inizialmente il suo corpo fu sepolto nelle Grotte Vaticane e successivamente, all’atto della beatificazione, è stato riesumato e collocato in un’urna di vetro posizionata sotto un altare della navata destra della Basilica di San Pietro.

In ragione delle profonde radici francescane di Giovanni XXIII (che alla morte aveva quasi 70 anni di professione nei terziari francescani) la causa della sua canonizzazione è stata introdotta e curata dal Postulatore Generale per le cause dei Santi dei Frati Minori. Per la sua beatificazione, avvenuta il 3 settembre del 2000, fu riconosciuta miracolosa la guarigione improvvisa di Suor Caterina Capitani, delle Figlie della Carità di Napoli (miracolo avvenuto a Napoli il 25 maggio del 1966), che era affetta da una gastrite ulcerosa emorragica che l’aveva ridotta in fin di vita. La suora avrebbe avuto una visione di Papa Giovanni XXIII e sarebbe inspiegabilmente guarita. Il 5 luglio del 2013 il Santo Padre Francesco prescindendo dal consueto iter che richiede un secondo miracolo ha firmato il decreto della canonizzazione di Giovanni XXIII (quindi senza secondo miracolo). La canonizzazione è avvenuta il 27 aprile del 2014, in quella stessa data è stato canonizzato anche Papa Giovanni Paolo II (che aveva Beatificato Giovanni XXIII) e alla solenne celebrazione presieduta da Papa Francesco era presente anche Papa Benedetto XVI, realizzando un evento unico e mai ripetuto nei duemila anni di storia della Chiesa, cioè due Papi canonizzati da due Papi viventi.

                                                                                                                  G.R.